In sintesi
- 🕵️♂️ Màkari 4
- 📺 Rai 1, ore 21:30
- 📚 La quarta stagione della fiction italiana segue le nuove indagini di Saverio Lamanna tra misteri, ironia e riflessioni sulla famiglia nella Sicilia contemporanea, con un mix di giallo, commedia e cultura pop.
Rai 1, Màkari 4, Claudio Gioè, Sicilia, Gaetano Savatteri, fiction italiana: mai chiave d’accesso è stata più iconica per infilarsi tra le pieghe della prima serata tv! Stasera, domenica 19 ottobre 2025, alle 21:30 su Rai 1, la quarte stagione di Màkari irrompe sullo schermo presentando il primo, attesissimo episodio “Ferragosto è capo d’inverno” in prima tv assoluta. Un appuntamento imperdibile per gli amanti del giallo con venature ironiche, della Sicilia raccontata fuori dagli stereotipi e delle storie dove ogni personaggio ti sembra amico di vecchia data.
Màkari 4: il ritorno del detective più umano (e ironico) della tv italiana
In questa nuova avventura targata Monica Vullo, Riccardo Mosca e Michele Soavi, rivediamo sulle orme del protagonista Saverio Lamanna – interpretato da un Claudio Gioè sempre più iconico nella serialità italiana – la cornice magica della Sicilia occidentale. Sospesa tra mare, risate e misteri, la fiction tratta dai romanzi di Gaetano Savatteri torna ad intrecciare riflessione esistenziale e delitto, commedia degli equivoci e introspezione da neo-adulto fuori tempo massimo.
L’assassinio di Ignazio Dinolfo, alias “il Mostro di Barrafato”, non è solo il punto di partenza per un nuovo giallo locale: è l’occasione per Saverio di scavare dentro se stesso, circondato da personaggi che incarnano perfettamente la Sicilia di oggi, fatta di contrasti, saggezza popolare, nostalgia e battute che diventano cult sui social. Accanto all’inseparabile Peppe Piccionello (Domenico Centamore), Saverio si trova a gestire il caos privato tra la partenza della compagna Suleima, la rentrèe della scoppiettante Michela e la presenza, del tutto imprevista, della giovane Arianna, figlia della ex Claudia (entrano in scena Serena Iansiti e Giovanna Rosace in ruoli che potrebbero sorprendere anche i più nerd della saga).
La forza di Màkari sta tutta qui: ogni crime serve per raccontare ciò che non si vede, ovvero le nuove forme di famiglia, le responsabilità che non si scelgono, il costante bisogno di ridefinirsi anche quando pensi di “aver trovato una quadra”. E questa stagione promette dosi raddoppiate di cambiamento e tenerezza caustica.
Il successo Màkari: tra cultura pop, turismo e meme
Non è solo la trama a far volare gli ascolti e a stanare il pubblico dalla trappola delle piattaforme streaming. Màkari, fin dalla prima stagione, plasma un nuovo immaginario seriale italiano: da una parte il noir mediterraneo, dall’altra la commedia culinaria, sentimentale, linguistica. I motivi di questo successo sono tanti (e quasi nerdici):
- Ambientazioni che fanno scuola: la Sicilia di Scopello, Castellammare, San Vito Lo Capo ha visto aumentare l’afflusso turistico proprio grazie alle riprese della serie.
- Personaggi-meme: il Piccionello di Centamore è già leggenda social, con battute e tic virali ogni settimana.
- Cast azzeccato: Gioè dà finalmente volto – e ironia bonaria – al detective “fuori cliché”; accanto a lui una parata di attori rodati o sorprendentemente convincenti nei nuovi ruoli.
- Sceneggiatura intelligente: capace di restare fedele ai libri ma di ampliarsi, innovando temi e situazioni senza mai perdere la firma di Savatteri.
Un nerd degno di questo nome noterà come la quarta stagione spinga ancora più in là il discorso sulle “famiglie allargate” e sull’identità personale, aggiornando la fiction italiana a ciò che siamo oggi, non a ciò che eravamo ieri. È il classico esempio di come una serie pop possa parlare dei problemi veri di chi la guarda senza rinunciare al ritmo o all’ironia. Ottime anche le citazioni letterarie e la capacità di inserire il food porn locale non solo come folklore, ma come collante culturale e linguistico.
Curiosità dietro le quinte e impatto culturale di Màkari 4
Nelle pieghe del backstage si annidano aneddoti saporiti: dalle ricette realmente preparate dagli abitanti del luogo per le scene, alle riprese sotto il caldo africano che hanno reso ogni soffio di vento un piccolo miracolo produttivo. Claudio Gioè, storicamente abituato a ruoli molto scuri, qui gioca di leggerezza e autoironia, e la sua crescita (personale, professionale, estetica!) è tutta racchiusa nella naturalezza con cui regge i contrappunti di Piccionello.
Màkari, insomma, conquista con il suo mix di “sicilianità moderna”, giallo umanissimo e raffinato senso del paradosso quotidiano. E se i voti degli utenti e delle critiche oscillano costantemente tra il buonissimo e l’ottimo, è perché questa fiction riesce nell’impresa (rara nella tv nostrana) di parlare a tutti, innovando senza tradire e mantenendo sempre saldo il cuore nella sua isola di contrasti. Un piccolo miracolo seriale, destinato a lasciare il segno per qualità produttiva, impatto culturale e capacità di dettare tendenza anche fuori dallo schermo.
Stasera, su Rai 1, non perdere Màkari 4: la Sicilia non è mai stata così vicina alla tv di qualità.
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